Biella. Al Museo del Territorio torna a splendere il mitico “Ferragosto Andornese”: in tre sale 190 foto, video-interviste e memorabilia

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Il Ferragosto Andornese ha rappresentato per oltre sessant’anni (dal 1936 al 2000) “l’antropologia del divertimento” biellese. Oggi, una mostra fotografica ne ripercorre le tappe salienti, a partire da una testimonianza diretta, quella di Efrem Galliera, carrozziere nella vita di tutti i giorni ma gande manager dello spettacolo in quelli che grazie alla sua direzione artistica sono passati alla storia come gli anni d’oro della manifestazione, dal 1958 al 1973.

Gianni Morandi, appena 20enne, al Ferragosto Andornese

Il parco “La Salute” di Andorno Micca, visto retrospettivamente, restituisce fedelmente uno spaccato della società di allora, con le sue mode, i suoi idoli e anche i suoi cambiamenti in termini di costumi, diventando “quasi involontariamente”, per ammissione dello stesso Galliera (oggi lucidissimo 95enne), un grande volano per il turismo di prossimità. Quel turismo che da qualche anno a questa parte si sta cercando, non senza difficoltà, di incentivare per rilanciare il territorio dopo la crisi del distretto tessile a far data dal 2008.

La mostra, dal titolo “La musica italiana è passata di qui – gli anni d’oro del Ferragosto Andornese”, è stata presentata questa mattina al Museo del Territorio Biellese, che la ospiterà dal 20 giugno prossimo fino al 12 settembre (con ingresso gratuito), in contemporanea con l’altra esposizione, da pochi giorni inaugurata, “Arte Virtuale Experience: Monet+Van Gogh”. 

Nelle intenzioni dell’assessorato alla Cultura del Comune di Biella, l’abbinamento ha lo scopo di far scoprire una delle tante eccellenze (il Ferragosto Andornese, appunto) ai visitatori che, presumibilmente da tutto il Piemonte – ma si spera anche da fuori -, raggiungeranno il capoluogo laniero per visitare la mostra principale. Lo ha spiegato chiaramente proprio l’assessore alla Cultura, Massimiliano Gaggino, in sede di presentazione dell’evento.

Maurizio Pellegrini e Arnaldo Allara, curatori della mostra, hanno “scandagliato” oltre 30mila negativi dell’immenso archivio fotografico conservato da Sergio Fighera che, negli anni in cui Efrem Galliera reggeva il timone del Ferragosto Andornese, era il fotografo ufficiale della manifestazione, nata come festa patronale dedicata a San Lorenzo.

Non solo fotografie, però, per quanto il focus della mostra sia concentrato sui tanti big che hanno calcato il palco del parco “La Salute”. Anche tante memorabilia, e un catalogo che di scatti ne contiene oltre 200. Nelle tre sale che ospiteranno la mostra sarà possibile ammirare, ad esempio, il contratto stipulato all’epoca con un giovanissimo Adriano Celentano, oppure i vecchi manifesti pubblicitari realizzati dal 1936 al 1939 dal pittore biellese Piero Bora, poi scomparso durante la seconda guerra mondiale. Uno dei tanti “cimeli” del tempo che fu è il microfono regalato agli organizzatori del Ferragosto Andornese da Mina.

Poi video-interviste a Sergio Fighera, a Efrem Galliera (tre video, uno per ogni sala espositiva) e ai membri della band biellese “Gli Uh!”. Ce ne sarà un po’ per tutti i gusti, perché il Ferragosto Andornese non è stato solo musica, ma intrattenimento a 360° con la presenza di showgirl (come non citare le sorelle Kessler o Raffaella Carrà), attori, cabarettisti, illusionisti, campioni dello sport, grandi orchestre da ballo, l’elezione di Miss Piemonte e le feste dei bambini.

Certo, un’edizione come quella del ’64 sarà rimasta scolpita nella moria di chi ha avuto la fortuna di parteciparvi: quell’anno, nel giro di 24 ore, si esibirono Mina e Celentano, ma si registrò anche la presenza di una giovanissima Gigliola Cinquetti, fresca vincitrice del Festival di Sanremo.

Oggi diremmo: “davvero tanta roba”!

Da sinistra: Allara, Pellegrini e l’assessore Gaggino

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