Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dal SiNAPPe (Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria) in merito all’aggressione avvenuta nei giorni scorsi. All’interno della casa circondariale di via Dei Tigli, a Biella, un detenuto, senza alcuno motivo apparente, ha malmenato un agente di sorveglianza ed è stato fermato solo dall’intervento di un altro detenuto che ha assistito alla scena.
È sempre più grave la situazione che si registra presso la Casa Circondariale di Biella, dove ormai la gestione della popolazione detenuta pare essere fuori controllo.
È di venerdì scorso l’ultima aggressione (ultima solo in ordine cronologico) ai danni di un poliziotto, durante l’espletamento del proprio dovere. Nel tardo pomeriggio un detenuto, senza motivo, colpiva con pugni ripetuti il volto dell’agente fino a farlo cadere. Non pago, continuava ad aggredirlo anche steso a terra.
È superfluo sottolineare che il poliziotto si trovava da solo ed è stato necessario l’intervento di un altro recluso per sottrarlo alla furia cieca dell’aggressore. Portato in ospedale gli è stato diagnosticato un trauma facciale con prognosi di 7 giorni.
Purtroppo questo stato delle cose è sempre più frequente e la nuova organizzazione del lavoro (decisa in autonomia dalla Direzione, senza il dovuto confronto con le OO.SS.) parrebbe agevolare il disordine, mettendo in discussione una sicurezza indispensabile per la gestione dei detenuti.
Inoltre, sarebbero state disattese anche le disposizioni contenute nell’ultima circolare dipartimentale, n. 3689/6139 del 23 luglio 2020, relativa alle linee di intervento da adottare in caso di aggressioni al personale, che prevede l’eventuale trasferimento dei soggetti violenti fautori dell’attacco.
I poliziotti ivi di stanza sono chiaramente demotivati e stressati da una situazione che li vede in costante pericolo. I livelli di sicurezza previsti, affinché l’ambiente di lavoro sia idoneo all’attività preposta, sono ormai ridotti al minimo, quando ci sono! Rammentiamo che l’Istituto biellese, che conta una capienza massima di circa 400 detenuti, ne registra oggi oltre 500 a fronte di una carenza organica della forza lavoro di almeno 40 unità.
Come se ciò non bastasse, viene lamentata un’evidente disparità di trattamento per ciò che concerne il servizio. Sembrerebbe infatti che l’addetto all’ufficio servizi operi parzialità lampanti che porterebbero alcune unità a maturare notevoli competenze accessorie sullo stipendio (straordinari, presenze notturne, ecc.) a discapito di altre che invece non riescono neanche ad usufruire del riposo settimanale se non dopo 20/30 giorni di lavoro consecutivo.
Addirittura viene ripetutamente violato l’Ordine di servizio, emesso a seguito di disposizione provveditoriale, che stabilisce l’impiego di determinato personale del servizio a turno (che ha maturato una certa esperienza durante il periodo del lockdown) in caso di supporto al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti; l’addetto all’ufficio servizi infatti, nonostante la direttiva, continua ad impiegare altre unità.
Le anomalie segnalate sono varie e, ahinoi, numerose, motivo per cui si richiede una sollecita verifica da parte degli Organi preposti. Così come si chiede di rivalutare l’attuale organizzazione del lavoro e il regime di sorveglianza dinamica che, evidentemente, non producendo gli effetti sperati è causa disordini,
tensione e stress.
Il SiNAPPe auspica pertanto un urgentissimo intervento, prima che la situazione giunga all’irreparabile.