Basket. Edilnol Biella e la sindrome del finale “punto a punto”

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La gara persa contro Agrigento al PalaMoncada, con gli ultimi venti secondi da psicodramma, ha evidenziato una carenza nella lucidità necessaria a gestire i finali di gara. Sta diventando una brutta abitudine per Edilnol Pallacanestro Biella, un paziente malato che sembra non riuscire a trovare la medicina giusta per guarire.

In conferenza stampa, coach Michele Carrea non ha fatto, giustamente, drammi. Né ci sembra il caso di farne oggi, dopo due sconfitte maturate con lo stesso copione, ovvero rimanendo avanti per buona parte della contesa, prima di subire una rimonta nei minuti decisivi dell’ultimo quarto.

Se contro Rieti c’era stato un Bobby Jones illegale, nella partita persa in terra siciliana sono stati i dettagli a fare la differenza e, anche se Carrea non ne vuole parlarne, anche un pizzico di sfortuna sul tiro libero di Lorenzo Saccaggi che si è incastrato tra ferro e tabellone consentendo ai ragazzi di coach Franco Ciani di avere l’ultimo possesso, concretizzato al meglio da Simone Pepe.

A questa Edilnol manca un punto di riferimento quando la partita entra nelle fasi roventi, per fare un paragone podistico… a cento metri dal traguardo; un leader tecnico che prenda in mano la squadra per condurla alla vittoria.

Certo, DeShawn Sims potrebbe essere una soluzione più che valida, ma le difese avversarie ormai lo conoscono e raddoppiano sul lungo americano. Mentre i vari Wheatle, Harrell e Saccaggi hanno finora mostrato limiti nella gestione di queste fasi della partita.

Le prossime sfide diranno molto sul cammino dell’Edilnol Pallacanestro Biella, che dopo aver toccato il cielo con un dito alla fine del girone d’andata, sta ora trovando qualche difficoltà. Nulla di insormontabile, per carità, ma un campanello d’allarme da non sottovalutare.

La squadra c’è, la società pure e i tifosi non fanno mancare il loro supporto. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti, ora tocca allo “chef” Michele Carrea trovare il giusto equilibrio.

 

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