Accademia Perosi. Per il prossimo concerto, arriva Natalie Clein con il suo violoncello del ‘700

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«Un concerto sferico. Come una sfera perfetta, come una pallina dell’albero di Natale, come un cerchio rinchiuso nell’estensione della voce calda e sensuale del violoncello. Un globo armillare, una sorgente di luce, nel mare della musica del XX secolo». Con queste parole Stefano Giacomelli, direttore artistico della Fondazione Accademia Perosi, descrive il suggestivo programma del prossimo concerto.

Protagonista Natalie Clein, una delle più affermate strumentiste inglesi: a soli 16 anni BBC Young Musician of the Year e poi vincitrice dell’European Competition for Young Musicians.

In apertura Bach con la Prima Suite, la stessa che divenne conosciuta proprio nel Novecento grazie all’opera di uno straordinario violoncellista che all’età di 13 anni, trovò l’edizione durante una raccolta di beneficenza a Barcellona e iniziò a studiarla.

Pau Casals, il compositore del secondo brano: Il canto degli uccelli, un tradizionale canto natalizio catalano, le cui origini risalgono al Medioevo, convertito in un inno del partito austracista durante la guerra di successione spagnola.

«Io sono un Catalano», così esordì alle Nazioni Unite Pau Casals, prima di eseguire il canto maliconico, doloroso e commovente degli uccelli. «Questi uccelli, nei cieli cantano Pace, Pace, Pace!» proseguì con voce rotta dalla commozione. Una medaglia, quella che gli conferirono invece per il suo impegno e per la sua presa di posizione a favore della pace, della giustizia e della libertà nel regime franchista.

A chiudere, dopo un tuffo nel libro del violoncello di Vasks, la Suite di Kodály.

Un nuovo salto nel futuro attraverso una predizione, la stessa di Kodály: «Tra 25 anni non verrà accettato nessun violoncellista che non l’abbia suonata». E così fu.

Uno dei lavori più significativi per violoncello solista scritti dopo le Suites di Johann Sebastian Bach. Ricca d’influenze di Debussy e Bartók, nonché di inflessioni e sfumature della musica popolare ungherese, irrompe con grande espressione, arpeggi, accordi, frasi drammaticamente articolate, sfaldate in frammenti. Cadenze, suoni flautati e tremoli raccontano le infinite possibilità del violoncello racchiuse in quella sfera densa di voce calda e sensuale.


NATALIE CLEIN

«Interprete in grado di produrre una impressionante varietà di colori e di restituire la più ampia varietà di stili espressivi»
Gramophone Magazine

Nata nel Regno Unito, Natalie si è imposta all’attenzione del mondo musicale internazionale all’età di 16 anni, quando vinse sia il premio BBC Young Musician dell’Anno e il Concorso per giovani interpreti Eurovision Competition. Come studente del Royal College of Music, la violoncellista ha ricevuto il premio Queen Elizabeth. Si è perfezionata a Vienna con Heinrich Schiff.

Natalie Clein ha costruito una luminosa carriera esibendosi con le maggiori orchestre del mondo e nelle sale da concerto più celebri. La sua attività discografica si è consolidata in questi anni in modo particolare con l’etichetta Hyperion, per la quale l’artista ha inciso recentemente i concerti per violoncello di S. Saens e alcuni lavori di Bloch riscuotendo entusiastici consensi.

Molte opere di compositori contemporanei quali Thomas Larcher, Brian Elias, Dobrinka Tabakova e Sir Peter Maxwell Davies sono state da lei interpretate, coinvolgendo anche in progetti interdisciplinari il ballerino Carlos Acosta, la scrittrice Jeanette Winterson e la direttrice Deborah Warner.

Dal 2015, la violoncellista è stata nominata dall’Università di Oxford artista in Residenza e direttrice Musicale per un periodo di 4 anni, nel corso dei quali si è occupata di nuovi progetti musicali, sperimentando anche inediti percorsi didattici.

Ama interagire con il suo pubblico, in particolare sul repertorio del XXI secolo. «Voglio ispirare la conversazione – ha più volte affermato Natalie -, alcuni, tra il pubblico, sono a un concerto per la prima volta e questo mi dona un’energia immensa».

Suona il celebre violoncello “Simpson” di Guadagnini, costruito a Torino nel 1777.

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