700 anni dalla morte di Dante. La 5ªD del Liceo “Avogadro” legge il XXXIII Canto del Paradiso (Video)

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Così la mente mia, tutta sospesa, mirava fissa, immobile e attenta, e sempre di mirar faceasi accesa. / A quella luce cotal si diventa, che volgersi da lei per altro aspetto è impossibil che mai si consenta; / però che ’l ben, ch’è del volere obietto, tutto s’accoglie in lei, e fuor di quella è defettivo ciò ch’è lì perfetto. […] A l’alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e ’l velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle. (Divina Commedia, Canto XXXIII del Paradiso)

«È abbastanza deprimente la prospettiva di celebrare il centenario dantesco nella condizione di didattica a distanza. Purtroppo non si tratta di una scelta, e abbiamo dovuto fare buon viso a cattivo gioco. In condizioni diverse mi sarebbe piaciuto dare vita ad un progetto video originale, di più ampio respiro, con una sceneggiatura scritta appositamente», esordisce il professor Riccardo Quaglia, che ha coordinato il progetto.

Siamo al Liceo “Avogadro” di Biella, che come tante altre scuole del Paese celebra i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta in tempo di pandemia. Sono innumerevoli le iniziative per ricordare il padre della Letteratura italiana, ma molte di queste, come ha sottolineato il docente che ha lavorato con i ragazzi della 5D, pesantemente condizionate dall’emergenza sanitaria, almeno sotto il profilo psicologico.

Il contributo realizzato dal professor Quaglia e dai suoi studenti (foto accanto) fa capolino sul sito dell’Istituto, in home page, e ricorda che la scuola non si ferma, anzi, testimonia la resilienza e la forza di un’istituzione imprescindibile, troppo spesso dimenticata o non considerata tra le priorità. Non solo dalla politica.

Nel video celebrativo, i ragazzi e il docente leggono per intero il XXXIII Canto del Paradiso, quello in cui il Poeta, per intercessione della Vergine Maria ottiene il sommo privilegio di poter contemplare direttamente la luce che rappresenta Dio, e arriva addirittura a indovinare un’immagine composta da tre cerchi di colori diversi di “una contenenza” (ovvero della stessa misura), che indicano la Trinità, abbracciati da un unico cerchio di fuoco che, simbolicamente, li riconduce ad unità.

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